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Milano

Io so. Io ho pianto

Ero bambino ed ogni fine settimana dalla città, con i miei genitori, si partiva per trascorrere questa manciata di ore dai nonni nella campagna pavese. Tutte le mie estati le ho trascorse vivendo “libero” in questo contesto agreste dove ho forgiato il mio carattere ed ho iniziato ad amare la natura, fra gente attaccata alla propria terra da cui traeva il sostentamento per vivere.
Il cinema del paese, insieme all’oratorio, era il momento di aggregazione più importante. Era del padre di uno di noi, amico fra gli amici. Veniva alla Banca dell’Agricoltura per lavoro, periodicamente.

Io, quel giorno ero a Milano. Era pomeriggio ed ero andato, come spesso facevo, ad acquistare per mio padre la versione serale del Corriere d’informazione. Il titolo dell’edizione straordinaria mi travolse come un camion: in Piazza Fontana era esplosa una bomba. Devastante, immorale ed immonda.

Poche ore dopo appresi che, vittima fra le vittime, era morto il papà del nostro amico, il proprietario del cinematografo del paese. Da quel momento tutto cambiò.

Io so. Io ho pianto…

Il 12 di dicembre ricorre il cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana.
L’enorme impressione di quell’avvenimento, classificato anche come “perdita dell’innocenza” per la Repubblica Italiana, è tutta nelle immagini della grande e composta folla nel giorno dei funerali, vero primo fattore di opposizione a un disegno, la cosiddetta strategia della tensione, che da quella data si sarebbe dipanata per anni.

Il comitato “Artisti e Resistenze” assegna alla capacità dell’arte visiva la capacità di essere interprete di emozioni e ragionamenti collettivi ecco il perché di una mostra faccia memoria di quel tragico avvenimento; una mostra che compari opere storiche, realizzate in quegli anni, a una selezione contemporanea.

“Io so” è il titolo dell’evento. Espone, tra gli altri, Bruno Pellegrini, della Famiglia Artistica Milanese – sodalizio artistico a cui anch’io sono associato.

Testimonianze di artisti nel cinquantesimo della strage di Piazza Fontana

10 dicembre 2019-12 gennaio 2020

Ex chiesa di San Carpoforo – Piazza Formentini (Brera) Milano

Casa delle Arti Spazio Alda Merini – Via Magolfa, 32, Milano

Scrivere, dipingere… per raccontare

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Milano, i suoi Navigli. La sua gente.

Passato che forse non tornerà, nemmeno ripristinando vecchie vie d’acqua come vorrebbe fare il Comune. Una cosa però è certa… se passate da via Edmondo De Amicis, quasi alle Colonne di San Lorenzo, al primo piano del civico 17 potrete gustare un po di questo passato. Come? Visitando la Mostra dedicata a Guido Bertuzzi.

 

 

Laura Raimondi – Cabaret macabro

Cabaret, da non perdere. Laura Raimondi, Famiglia Artistica Milanese, in un video davvero di alto livello

Impara l’arte e non metterla da parte

I corsi della Famiglia Artistica Milanese possono essere il miglior modo per imparare le tecniche espressive ed acquisire una corretta padronanza dei propri talenti artistici.

UN SOGNO NEL CASSETTO

Presso il Centro S. Protaso Via Osoppo 2 Milano sono appena stati aperti i laboratori che proseguiranno fino a metà giugno 2016 rispettando il calendario scolastico.

Lunedi 

laboratorio di figura con modelli dal vivo 
Docente Alessandra Arecco          
orario 16/18 
€ 250,00

Martedì  

laboratorio di ritratto con modelli dal vivo
Docente Massimo Zangrando
orario 16/18
€ 150,00

Mercoledì 

laboratorio di acquerello
Docente Davide Parenti
orario 10/12
€ 150,00

Viene riservata ai nuovi iscritti un’ulteriore possibilità:
Iscrizione a due corsi sconto € 50,00

Inoltre coloro che si iscriveranno ai laboratori diventeranno soci temporanei della Famiglia Artistica Milanese e soci del Centro Culturale S. Protaso.
Un’occasione importante. Pensateci.

info: e.mail mtavazzani@gmail.com
tel. 02 57402031 
tel. 02 27004236
famigliaartisticamilanese.wordpress.com

Incidente ferroviario

Incidente ferroviario
Mentre i soccorritori intervenivano ho immaginato l’impatto…

Siamo sul treno, fermi in prossimità della stazione di Milano Rogoredo.
Fermi perchè il convoglio prima di quello su cui viaggiamo ha investito una persona. Il macchinista pare non si sia accorto. Questo treno invece è stato incaricato di fornire assistenza tecnica e sanitaria. La persona non è deceduta per cui sono stati attivati i soccorsi.
Il Capo treno ha avvisato tutti della tragedia. E’ l’unico essere “davvero” umano di cui percepisco l’empatia…
E qui iniziano queste riflessioni. Tutti i pensieri che mi circondano con il loro fragoroso egocentrismo sono esclusivamente rivolti al piccolo, seppur grande, disagio individuale.
Del malcapitato a terra nessuno si preoccupa (a parte il personale ferroviario ed i soccorsi medici che stanno lottando per strappare ancora un lembo di vita per una persona decisamente più sfortunata di noi).
Sfortunata sia se abbia tentato il suicidio, sia se sia vittima di un incidente.
Nel primo caso, anche se non posso condividere la scelta, sicuramente il disagio deve essere stato enorme e devastante.
Nel secondo caso la sfortuna è enorme.
In ogni modo la solidarietà umana è inesistente. Che succederà di noi?

Perchè?

foto di Adelio Schieroni © See IT - 2002

Il tempo scorre inesorabile verso la data di inizio di EXPO e nulla parrebbe pronto, nemmeno le nostre coscienze. “Nutrire il Pianeta – Energia per la vita” è il motto dell’evento. Ne siamo coscienti?

Si legge sul DIZSIDICE del Corriere della Sera:

COSCIENZA, CONOSCENZA
La prima con la i, la seconda senza. Perché?
In latino (bisogna risalire quasi sempre al latino) esiste il verbo scio, scire che significa “sapere”, da cui scientia che generò nel passaggio all’italiano scienza e i vocaboli derivati come coscienza, cosciente, coscienzioso, onniscienza, onnisciente, fantascienza: tutti con la i.
Poi, sempre in latino, dobbiamo risalire al verbo cognosco, cognoscere, da cui il nostro “conoscere” e i suoi derivati conoscenza, conoscente, che non vogliono assolutamente la i, proprio perché non sono imparentati con scienza.

Per Jung la coscienza umana è «la manifestazione invisibile e intangibile dell’anima». Perciò il compito di «creare sempre più coscienza» diventa l’equivalente di riscoprire l’anima e di riprendere contatto con la Divinità interiore, è quanto asserisce Stefano Calamita in un suo articolo.

In filosofia con “anima” si intende il principio vitale comune a ogni essere vivente. Anima vegetativa, sensitiva, intellettiva, nella filosofia aristotelica, la prima presiede alle funzioni fisiologiche, la seconda alla conoscenza sensibile, la terza alle forme intelligibili ossia che possono essere capite e conosciute soltanto attraverso l’intelletto…

Siamo pronti per EXPO? Siamo pronti per riflettere su tutto ciò?

Solo e povero

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Quello che si intravede a lato del ponte è un materasso.
Un essere umano ogni notte vi trova rifugio. Povero e solo.

E nel frattempo con la paura di non arrivare indenne all’alba successiva.

 

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In coda

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Per andare dove?

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Prospettiva

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Guardare piazza Duomo da sotto il grattacielo della Terrazza Martini. Milano da bere?
Quale prospettiva per il futuro di questa metropoli e la sua gente?

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